Così bianco, perlato, così integrale, così leggero, tondo, medio, lungo…
La mia mamma metteva in un piatto la quantità del riso che voleva cuocere.
Lo guardava. Chissà che cosa cercava.
È rimasto un rito, ora una parte di una metodologia di degustazione del riso.
Si cerca il gesso o la perla del riso.
E che altro?
Troppa varietà che non fa comprendere i vari crus ha spinto
Davide a studiare un panel di degustazione (l’ennesimo panel, ohibo`) per far comprenderne la differenza. Davide si autoconvince e decide la svolta per l’ analisi sensoriale e tara il giudizio al riso.
Da qui in poi tutti i crus possibili e immaginabili del riso a venire.
Come una volta si mette il riso sul piatto e si tolgono i difetti.
Vengono utilizzati degli strumenti e delle condizioni ambientali uguali per le tutte le degustazioni.
Ecco cosa guardare: il colore dell’acqua e che tipo di acqua rimane dopo cottura ( più o meno viscosa).
Si degusta in un tazzina coperta che si apre un attimo e si annusa come il vino.
Di cosa profuma il riso?
L’ etichette semantiche sono descrizioni olfattive.
Parlare di questo serve a voi per sapere cosa fare davanti lo scaffale del supermercato.
Togliete le barriere, chiudete gli occhi e annusate dentro il sacchetto di riso.
Tutto sulla analisi sensoriale del riso:
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