Addì, 29 febbraio 2016
Museo della Scienza e della Tecnologia – via Olona – Milano
E’ stato come salpare per un viaggio via mare a vele spiegate, con il vento, la luce ricordando Giacomo Tachis.
Celebrandolo a suon delle poesie che lui amava (léggere)
lèggere e rileggere.
Egli ha coltivato la sua mente con poesie come questa:
Lascio la luce bellissima del sole
E le stelle splendenti e il sembiante della luna,
e i cocomeri maturi e le mele e le pere.
Tutti i suoi produttori amici, presenti per l’occasione organizzata dall’ Ufficio Eventi della prestigiosa rivista per il vino Civiltà del bere, lo hanno evocato e proclamato.
Si racconta che non sapesse guidare bene ma il mondo lo ricorderà comunque per alcuni dei suoi viaggi più particolari: quelli a occidente verso il mare nel periodo da febbraio a giugno scappando dai pollini del cipresso toscano.
Verrà ricordato per l’amore e la generosità elargiti con naturalezza alla Toscana e al suo vino, pareva “guidato” da una luce superiore.
Verrà ricordato per essersi attorniamo di orde di discepoli ora votati a proferir il verbo “Tachis” nel mondo enologico.
Lui per primo applicò la fermentazione malolattica in Italia, per primo ricercò la souplesse nel vino, per primo dette valore al lavoro degli agronomi, fautori dell’architettura e personal coaches della vite nel vigneto.
Giacomo Tachis inseguiva il vento, la luce e lui veleggia così, ora sul suo mare diVino.
Giacché ogni seme è “mescolato” dal vento…
Un abbraccio speciale a Ilaria Tachis.
Arrivederci “mescolatore di vino”.
Stefania Turato