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Per vocazione la Valle del Rodano è sempre stata la via di passaggio principale tra la regione mediterranea e quella atlantica. Questa via fu utilizzata nell’antichità sia dai Greci, per i loro scambi commerciali, sia dai Romani durante le loro conquiste. In questa zona, una volta chiamata Gallia, la cultura della vigna ed il conseguente consumo di vino hanno origini antichissime. Fu infatti introdotta dai Greci alcuni secoli prima di Cristo e inseguito sviluppata dalle popolazioni romane, questi dati sono confermati dal ritrovamento di antiche anfore utilizzate al trasporto dei vini. Dopo la creazione della città di Vienne, i Romani impiantarono i primi vigneti sorretti da terrazzamenti lungo le rive del fiume Rodano ed inseguito iniziarono a produrre il famoso “vinum picatum”, molto apprezzato nell’antichità. Questo vino, descritto da Plinio nella sua “Storia naturale”, era ottenuto da uve chiamate allobrogica e vinificato in fusti di resina. Il nome Valle del Rodano fu dato solo nel XIV secolo periodo in cui giunsero ad Avignone i Papi; durante il loro soggiorno diedero un forte sostegno alla cultura al fine di soddisfare i loro bisogni. Grazie alla notorietà acquisita nel corso dei secoli nel 1937 sotto la spinta del Barone Le Roy si concretizza la costituzione della Denominazione d’origine Côte du Rhône. Da quel momento il disciplinare determina le varie zone di produzione, i vitigni, i metodi e le raccolte garantendone la tipicità e la qualità. La zona a vigneto occupa la sponda destra e parte di quella sinistra lungo il corso del fiume Rodano tra le città di Vienne, situata pochi chilometri a sud di Lione, ed Avignone su una lunghezza di circa 200 chilometri. L’area coltivata si sviluppa su circa 81’000 ettari ripartita in sei dipartimenti: Rhône, Loire, Drôme, Ardèche, Vaucluse, Gard. La sua superficie rappresenta la seconda regione viticola della Francia dopo quella di Bordeaux. Il suolo è il risultato dell’incidenza della vegetazione, del clima e dalla forte erosione causata dal fiume nel corso di migliaia d’anni. Tutte caratteristiche che hanno contribuito a creare un insieme ricco e variato.
Il Rodano settentrionale
I vigneti della Valle del Rodano si dividono in modo naturale in due parti quelli a settentrione dove si elabora meno del 10% della produzione totale ma dove sono concentrati tutti i crus principali tranne Châteaunef-du-Pape che si trova nella regione meridionale. A nord grazie una maggiore piovosità la vegetazione è più verdeggiante, le viti si arrampicano sui forti pendii terrazzati che portano dal sud di Vienne a Valence sulle due rive del fiume; i terreni sono generalmente composti da detriti granitici con esposizione sud, sud-est. L’uva regina di questa parte del Rodano è la syrah da cui si elaborano tutti i vini a denominazione della regione, ma sono anche coltivate tre varietà autoctone a bacca bianca: marsanne, roussane e viognier, utilizzati per una produzione comunque piuttosto ridotta. Questa lunga striscia di un’ottantina di chilometri ci porta, scendendo sulla sponda destra, in successione dalle ripidissime rive della Côte Rôtie, a Condrieu in cui è inglobata l’enclave di Château Grillet, l’esteso Saint-Joseph, fino a raggiungere alle porte di Valence le due denominazioni più a sud quelle di Cornas e Saint-Pérray. In corrispondenza di Tain-Hermitage, comune posizionato sulla sponda opposta, troviamo la collina dell’Hermitage dove si producono i vini più prestigiosi e Croze-Hermitage la denominazione più vasta dell’intiera regione settentrionale. Dove si è posto limite all’espansione delle “appellations” più prestigiose alcuni validi produttori stanno sperimentando aree nuove non riconosciute, i prodotti di questi vigneti sono vini monovitigno elaborati da syrah, chardonnay, viognier e merlot e commercializzati con l’etichetta Vins de Pays des Collines Rhodaniennes.
Immagini della Côte du Rhône grazie a Roby Prandi
Il Rodano meridionale
L’ampia zona meridionale è compresa tra Montélimar ed Avignone situata ai bordi dell’area mediterranea, i vigneti seguono oltre che il corso del fiume principale anche quello dei suoi affluenti. Poggia su dolci rilievi e calde pianure dove le viti si riscaldano al sole cocente in terreni formati da ciottoli rotondi e lisci. Il clima presenta giornate torride spazzate dal Mistral, con temperature superiori e minori piogge rispetto alla regione nord. Tutte condizioni che favoriscono la crescita della grenache nera qui generalmente associata in uvaggio a syrah, carignan, cinsault e mourvèdre. Gran parte della produzione è assorbita dalla denominazione regionale Côte du Rhône (113 comuni) che prevede l’elaborazione di vini bianchi, rossi e rosati semplici e poco strutturati, da consumare in breve tempo. 16 comuni con caratteristiche territoriali più favorevoli alla produzione di vini di maggior struttura e complessità sono autorizzati a riportare in etichetta il nome del comune. Oltre all’AOC regionale sono compresi cinque crus: la storica Châteauneuf-du-Pape, Lirac, Tavel, Gigondas e Vacquyras dove si producono vini rossi, rosati e bianchi di vario genere. La produzione di qualità non supera il 30% della produzione totale, catalizzata dalle grandi cooperative di produzione o di commercializzazione. Più del 70% della produzione è destinata al mercato francese, oltre il 50% dell’esportazione è destinata verso l’Inghilterra, gli Stati Uniti ed il Belgio. Il grande sviluppo vitivinicolo ha portato negli anni 70 – 80 all’istituzione di altre quattro AOC. Questa nuova frontiera elabora circa il 25% dell’intera produzione comprende le Côstières de Nîmes, le Couteaux du Triscatin e le Côtes du Lubéron e di Ventoux. Queste denominazioni considerate minori sono definite “La Nouvelle Ecole de la Vallé du Rhône”, anche se per tradizione sono aree in cui la viticoltura era praticata già all’epoca delle popolazioni romane e sviluppata nel medioevo dalle comunità religiose.
I vitigni
L’87% della produzione regionale sono vini rossi, il rimanente è diviso tra rosati e bianchi; le condizioni climatiche e la struttura dei suoli hanno condizionato la scelta delle varietà impiantate. Ogni vitigno porta le proprie qualità che associate ad altre permette di ottenere equilibrio ed armonia.
Negli uvaggi la Grenache porta fruttuosità, alcol e morbidezza; la Syrah e la Mourvèdre conferiscono ai vini aromi di spezie, colore, struttura e longevità.
La Syrah è il simbolo della regine settentrionale, concorre infatti alla vinificazione di tutti “crus” principali nella misura minima del 80% con eventuali aggiunte di Viognier. Si pensava che questo vitigno fu portato dai crociati, di ritorno dalle guerre, dalla città di shiraz in Persia ma nuove ricerche sul DNA ci riconducono ad un’incrocio tra due antichi vitigni qui coltivati per vari secoli: la mondeuse blanche e la durezza. La mondeuse blanche è un vitigno bianco tuttora coltivato su soli 5 ettari situati nella Savia ad est del Rodano; la durezza la si trova esclusivamente presso la collezione nazionale francese dei vitigni di Montpellier. Dunque si pensa che la syrah sia nata nei vigneti della Côte-Rôtie nel primo secolo dopo Cristo. Raggiunge la giusta maturazione tra il 10 di settembre ed il 5 di ottobre a seconda delle zone e delle annate, ama situazioni climatiche regolari. Ha un colore intenso e profondo, resistente all’ossidazione, tannico e sviluppa aromi di fragola, cassis, violetta e pepe. Grazie alle sue eccellenti qualità è sempre più spesso coltivato anche nella regione meridionale.
La Grenache nera è la varietà principale della dell’area meridionale dove raggiunge le massime espressioni nelle denominazioni Châteauneuf-du-Pape e nei vigneti principali della Côte du Rhône-Villages dove concorre nelle migliori cuvées nell’ordine del 65%. Ha origini iberiche anche se da secoli è coltivata in questa regione, molto vigoroso e fertile raggiunge la perfetta maturazione tra il 15 di settembre e il 10 di ottobre a seconda delle zone; ama terreni aridi e stagioni molto calde ed asciutte. Di alto potenziale alcolico, debole acidità e ottima morbidezza; sviluppa aromi fruttati e speziati.
La Mourvèdre è uno dei classici vitigni tipici del bacino del Mediterraneo, concorre all’uvaggio principale delle AOC della regione meridionale. Trova la giusta maturazione a partire da ottobre, richiede molto calore e luminosità soprattutto nell’ultimo periodo di maturazione; queste zone sono dunque le più favorevoli. Il suo fabbisogno d’acqua è molto limitato ma deve essere regolare ed è molto sensibile al vento. Il vitigno marsanne è una varietà a bacca bianca è caratterizzato da buona vigoria e generosità, raggiunge la piena maturazione a partire dal 15 settembre; da vini bianchi rustici se coltivato su terreni poco fertili, ma se lavorato sui caldi pendii della regione settentrionale da vini fini e complessi nelle denominazioni di Crozes-Hermitage, Hermitage e Saint-Joseph e Saint-Perray dove è spesso associato alla roussanne.
Il Viogner, è coltivato quasi esclusivamente nella regione settentrionale dove contribuisce alla vinificazione del Condrieu e del mitico Château Grillet. Sembra sia stato portato in questa zona dalla Dalmazia dall’Imperatore romano Probus nel 218 dopo Cristo. Vitigno bianco vigoroso, raggiunge maturazione dall’inizio di settembre e necessita terreni poveri, secchi e ciottolosi. Genera vini ricchi in alcol e rotondi che sviluppano intensi aromi floreali di violetta e di acacia che si evolvono, con gli anni, in complesse sfumature di miele, muschio, pesca ed albicocca.
Superficie: 81’294 ha
Produzione: 3’612’425 hl
Vini: rossi (90%), rosati, bianchi, spumanti e dolci (10%)
Le denominazioni del Rodano
– Côte du Rhône (49%)
– Côte du Rhône “Village”: 13%
– Crus: Côte Rôtie, Condrieu, Château Grillet, Saint-Joseph, Cornas, Saint-Peray, Hermitage, Crôzes-Hermitage, Châteauneuf-du-Pape, Gigondas, Vacqueyras, Lirac, Tavel: 13%
– Côstières de Nîmes, Couteaux du Triscatin, Côtes du Lubéron e du Ventoux, Clairette de Die: 25%
Vitigni rossi: syrah, grenache nera, mourvèdre, carignan, cinsault
Vitigni bianchi: viognier, marsanne, roussane, clairette